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13/11/15. Inaugurazione mostra "Oltre il fronte, Cefalù e la grande Guerra"
La memoria della Grande guerra è stata vissuta a Cefalù con una giornata piena di eventi e di partecipazione. C’erano tanti giovani ai momenti salienti della scopertura di una lapide e dell’inaugurazione di una mostra tra l’Ottagono Santa Caterina e le sale del museo Mandralisca a cui hanno partecipato il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. La fanfara dei bersaglieri, che ha reso al sottosegretario gli onori militari, è stato il momento più spettacolare della mattinata. 
Nel suo intervento il sindaco Rosario Lapunzina ha sottolineato che il Comune non ha inteso “celebrare la guerra ma l’alto valore della memoria collettiva frutto dei ricordi e delle testimonianze di chi ha vissuto quei tragici fatti”. “Nella mostra – ha aggiunto – non si è voluto esaltare il baluginio delle armi, la forza dei vincitori o la retorica dello scontro epico. Abbiamo voluto piuttosto raccogliere e mostrare, soprattutto alle giovani generazioni, documenti e testimonianze di quei giovani che hanno donato la loro gioventù e in molti casi hanno consacrato la loro stessa esistenza per il grande ideale di un’Italia unita, libera, giusta”.
 
I siciliani caduti nei teatri di guerra tra il 1915 e il 1918 sono stati 70 mila, ha ricordato in un messaggio Franco Marini, presidente del comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale.
“I giovani morti nella Grande Guerra hanno lasciato alle generazioni future un'eredità pesante: quella della libertà e dell'identità nazionale” ha detto il sottosegretario Rossi il quale ha rintracciato un filo tra i valori espressi dai soldati caduti al fronte cento anni fa e gli impegni militari di oggi per la pace e la sicurezza nel mondo. “Il valore di queste missioni consiste anche nel fatto che non ci può essere possibilità di sviluppo economico e sociale se non c'è sicurezza”.
Rossi e il sindaco hanno poi scoperto una lapide all’interno del palazzo municipale che fu sede del Distretto militare, allora caserma Spinuzza. Nella lapide l’amministrazione comunale ricorda le “indicibili sofferenze dei soldati tornati dal fronte” ed esprime la “concreta speranza che finalmente vinca la pace e la concordia tra i popoli”. 
Grande folla all’inaugurazione della mostra, il cui coordinamento scientifico è di Mario Piraino, che resterà aperta fino al 29 novembre. A Santa Caterina sono raccolti cimeli, divise, immagini e oggetti della memoria. Al Mandralisca sono esposti documenti, giornali d'epoca, foto e lettere provenienti dagli archivi del museo e della Curia. 
Il sottosegretario è poi andato a visitare il museo Mandralisca, accompagnato dal sindaco e dal presidente Ardizzone. E nel libro degli ospiti ha lasciato una traccia di ammirazione e di riconoscimento per il valore delle sue collezioni e per il livello delle sue attività culturali.
Fonte: lavoceweb - 13/11/2015

Un VIDEO della manifestazione
 

Le FOTO di Armando Geraci

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Il discorso del Sindaco Lapunzina:
Desidero porgere un caloroso saluto al signor sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Domenico Rossi, al Presidente dell'Assemblea Regionale, on. Giovanni Ardizzone,
Alle pregiatissime autorità civili e militari che prendono parte alla cerimonia e a tutte le cittadine e i cittadini presenti,
Illustre Sottosegretario,
Desidero formulare ad Ella, quale illustre esponente del Governo nazionale i miei più sinceri attestati di viva gratitudine per la personale amicizia di cui da prova al sottoscritto e all'intera città di Cefalù con la sua presenza alla cerimonia odierna, nonostante i numerosi impegni istituzionali e di carattere parlamentare legati al suo alto ufficio.
Auspico che il calore e il colore di questa città restino nel suo cuore e che serbi nella sua mente un piacevole ricordo del tempo trascorso nella nostra città sia come privato cittadino, sia nell'ambito del solenne momento istituzionale che stiamo vivendo oggi.
Con la cerimonia odierna, a cento anni di distanza dall'ingresso dell'Italia nel primo conflitto mondiale non intendiamo celebrare la guerra ma l'alto valore della memoria collettiva che è frutto dei ricordi e delle testimonianze di chi ha vissuto i tragici fatti legati alla Prima Guerra mondiale.
Nella mostra che inaugureremo tra poco non abbiamo voluto esaltare il baluginio delle armi, la forza dei vincitori o la retorica della scontro epico.
Abbiamo voluto più tosto raccogliere e mostrare, soprattutto alle giovani generazioni, documenti e testimonianze di quei giovani che hanno donato la loro gioventù e in molti casi hanno consacrato la loro stessa esistenza per il grande ideale di una Italia unita, libera, giusta.
Attraverso l'epigrafe marmorea che scopriremo all'interno di questo palazzo di Città Abbiamo voluto raccontare come anche la nostra terra di Sicilia è stata luogo di conflitto, poiché la guerra non è soltanto quella che si combattuta nelle trincee ma è anche quella che è stata vissuta nelle famiglie divise e talora distrutte; nell'angoscia delle madri, delle sorelle, delle compagne dei nostri ragazzi; nel dolore delle vedove, dei padri, delle madri, dei figli di coloro che non fecero più ritorno a casa.
Cento anni fa, per la prima volta, l'Italia fu veramente unità, ma quest'unità di sentimenti non fu dovuta soltanto al tripudio della vittoria ma anche al cuore infranto dal dolore dei superstiti.
Alla sua autorevole presenza e innanzi ai ragazzi delle scuole che oggi sono qui convenuti, vogliamo ribadire che la guerra non è mai bella e non è mai giusta ma rappresenta sempre il fallimento della politica, del dialogo, del confronto.
Davanti alla nostra basilica Cattedrale, dichiarata Patrimonio dell'umanità per il suo mirabile esempio di scambio fecondo tra culture diverse, vogliamo additare l interculturalità presente a Cefalù nel XII secolo quale esempio di ciò che il mondo dovrebbe essere oggi.
Allo stesso tempo desideriamo inchinarci innanzi al valore dei nostri soldati che hanno combattuto per la difesa della nostra Nazione e offrire un deferente tributo alla sacra memoria di coloro che con eroismo e alto senso del dovere hanno contribuito all'Unità della Patria e alla libertà dei cittadini.
Noi dobbiamo cercare di essere degni del loro supremo sacrificio completando la loro opera, realizzando con il lavoro, con il senso del dovere e con l'onestà una società più giusta, un'Italia più solidale, un futuro di pace per tutti i popoli.
 
Viva l'Italia,
 
Viva la libertà,
 
Viva la pace.

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